lunedì 16 febbraio 2015

I nostri dossier: Coin Op snobbati dall'informazione

Abituati come siamo a giocare al bar Street Fighter II o Galaga, siamo portati a dimenticare tutta una serie di giochi elettronici a gettone che, tuttavia, sono entrati ormai perentoriamente a far parte della nostra vita di tutti i giorni. Ne facciamo uso molto spesso, e ciononostante, mai nessuna rivista o sito di videogiochi ne aveva parlato prima. Come sempre, noi Bovas, dopo un'attenta analisi del mercato, abbiamo deciso di parlarvene per primi.

DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI BEVANDE CALDE
Altrimenti conosciuto ai più come "Macchinetta del Caffè", è dislocato un po' ovunque: nelle scuole. negli uffici, nei cinema... Lo scopo del gioco è quello di ottenere, in cambio di un gettone sempre troppo costoso, una bevanda calda a scelta. È un po' come una slot machine. Se il giocatore riesce a ottenere bicchierino, bevanda in polvere, acqua calda, zucchero e cucchiaino, ha vinto. Generalmente, però, uno di questi elementi manca sempre, provocando ire invereconde.






DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI BEVANDE FREDDE
Dal look molto più simile a un juke box, rispetto che ad un erogatore di bevande, questo coin op risulta molto più facile da giocare del precedente. Infatti in cambio del gettone la macchina elargisce solo una lattina di dimensioni solitamente ridotte, contenente una bevanda ghiacciata della marca selezionata. L'unica difficoltà è accorgersi che la propria bibita preferita è esaurita prima di inserire il costosissimo gettone, tramite delle microscopiche spie luminose.





DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI CIBI SOLIDI
Contraddistinto da una fila chilometrica di giocatori (paragonabile a quelle che si formano davanti al coin op di Street Fighter II nelle sale giochi dei centri turistici), conterrebbe un sacco di buone merendine, se non avesse l'intrinseca caratteristica di essere sempre vuoto (come l'esemplare spento della foto).


DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI BIGLIETTI
Chiunque abbia avuto a che fare con la metropolitana milanese negli anni Novanta, conosce perfettamente questi due coin op. Quello più piccolo impiegava generalmente quattro ore, prima di accettare tutte e 22 le monetine da 50 lire che componevano il credito richiesto (lit 1100) per ottenere in cambio un biglietto per la rete urbana milanese (e adesso pensate che lo stesso biglietto costa 1,5 euro, pari a circa 2900 lire: è quasi triplicato in vent'anni ndBovas). Più recentemente, ne è stata presentata una versione "super" che accetta malvolentieri anche le banconote di carta. In ogni caso, ciò che li accomuna, è l'enorme numero di cretini che non li sanno usare, ma che sono in fila davanti a voi, e vi fanno perdere dieci treni come minimo.


TELEFONO PUBBLICO
Ma ecco a voi la vera chicca della situazione, l'apice della tecnologia e la vetta più elevata dell'industrializzazione di massa! Compagno di mille avventure, di goliardici scherzi e insostituibile mezzo per importunare il Pastore con minacce anonime, il telefono pubblico porta con sé tutte le magagne tipiche della rete Sip(1): linee che cadono, che si sovrappongono, impossibilità di sentire chi sta dall'altro capo della cornetta, e via dicendo. Generalmente dislocato in scomodissime cabine trasparenti, è caratterizzato dalle tariffe più alte in Europa. Tanto è vero che per telefonare a 40 Km di distanza è necessario portarsi dietro un sacchetto della spazzatura pieno di monetine(2). Per ovviare a quest'ultimo inconveniente, da due anni a questa parte la Sip ha provveduto ad aggiungere al telefono un ulteriore dispositivo, atto ad accettare le famosissime "schede telefoniche"(3) e a offrire un ottimo pianale per le lattine e le bottigliette di birra.


JUKE BOX
È il più antico dei coin op. Pare sia stato inventato due milioni di anni fa, come immediata conseguenza della nascita del disco (avvenuta, come è noto, immediatamente dopo la ruota), e che i primi esemplari facessero uso del cosiddetto sistema "a gatto". Per chi non lo sapesse, o per tutti coloro che si fossero persi il nostro vademecum sui coin op, ricordiamo che il funzionamento di tale dispositivo era il seguente: si prendeva un ignaro micio, lo si legava all'interno del cassone per baffi, zampe e coda, e gli si tiravano degli strattoni a seconda del suono che si desiderava. Si ottenevano così dei lamenti proporzionali al dolore causato. Il sistema fu poi abbandonato a causa delle vive proteste dell'allora neonata "protezione animali".





... E POI TUTTI GLI ALTRI
Naturalmente la nostra analisi potrebbe proseguire all'infinito, grazie alle miriadi di macchinette a gettone che affollano la nostra società moderna. Come potremmo infatti soprassedere sull'utilissimo distributore di preservativi, sui vari "sexyoroscopi", sulle bilance a gettone con tanto di bioritmo, sul misuratore della pressione arteriosa a monete, sulla famosa "benzina selfservice", e via dicendo? Come potremmo mai dimenticare le fototessere a 3000 lire e quelle stranissime gru con le quali centinaia di persone cercano invano di portarsi a casa un pupazzetto o un orologio? Ma tutto questo occuperebbe molto spazio, e siamo costretti a rimandarlo a chissà quando...





Note:

(1) la SIP - Società Italiana Per l'Esercizio delle Telecomunicazioni p.a, fu l'azienda che, in regime di totale monopolio, si occupò delle linee telefoniche e dei servizi telefonia/dati dal 1964 al 1994, quando si fuse con STET nell'attuale Telecom Italia. I telefoni pubblici dell'epoca e le relative cabine erano ovviamente marchiate Sip e non Telecom come oggi.

(2) Negli anni Ottanta e Novanta, telefonare era un'attività piuttosto cara in Italia, visto che era sufficiente telefonare al di fuori delle mura cittadine per incappare in una costosa tariffazione a tempo. In seguito, venne introdotta addirittura la TUT, tariffazione urbana a tempo, con cui vennero “castigati” anche coloro che chiamavano all'interno del proprio distretto.

(3) In seguito all'introduzione delle carte telefoniche prepagate (in genere con tagli da 5.000 o 10.000 lire), vi fu una simpatica corsa al collezionismo. Telecom Italia personalizzò il retro della carta in mille modi diversi, e non era raro vedere gente che se le scambiava come se fossero figurine!







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